I nuovi misteri di Marte

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Requiem™
     
    .

    User deleted


    I figli degli dei
    videro le figlie dell'uomo e le trovarono belle;
    e presero per mogli
    quelle che piacquero loro più di tutte.

    Vi erano dei giganti sulla Terra,
    in quei giorni ed anche dopo,
    quando i figli degli dei
    vivevano insieme alle figlie di Adamo,
    e concepivano figli con esse

    Essi erano i potenti dell'Eternità
    Il popolo dello shem.


    (Genesi)

    Viking-1_19876

    Marte il misterioso, Marte l'alieno, Marte il proibito, perenne fonte di ispirazione e persino divinità: nei secoli il pianeta rosso ha esercitato un fascino inconscio e profondo sull'Uomo, che a tutt'oggi permane immutato.
    Tra i pianeti, Marte è quello più studiato, sia per la vicinanza alla Terra ma soprattutto perché tra tutti è il corpo celeste più simile a noi e forse addirittura capace di accogliere qualche tipo di organismo vivente.
    Avrà fatto senz'altro scalpore la famosa "faccia di Marte" fotografata dalle sonde Viking negli anni settanta, un volto che sembrava troppo umano e artificiale per non esserlo. Così chiara e impressionante da diventare più famosa di ogni altro aspetto del pianeta, facendo dimenticare persino i famosi "canali" artificiali, anch'essi solo apparenti, che si osservavano con i telescopi terrestri già dal 1800. E su quella Faccia è stato scritto e detto a non finire. Se davvero era un volto umano costruito artificialmente, chi lo plasmò? Marziani che abitarono il pianeta milioni di anni fa o alieni giunti da chissà dove per lasciare un segno agli umani che avrebbero conquistato Marte tempo dopo?
    Da allora, complice anche la mancanza di nuove missioni spaziali verso Marte, il mito di quel volto alieno ha resistito inalterato fino all'aprile del 1998, quando i tecnici della Nasa puntarono le macchine fotografiche dalla sonda Mars Global Surveyor (MGS) verso la regione di Cydonia. Le nuove immagini sembravano fugare tutti i dubbi: la Faccia era il risultato del gioco dell'erosione dei venti marziani su alcune colline dell'area.
    Oggi quindi l'intera faccenda sembra essere stata chiarita come un semplice effetto ottico, alimentato anche grazie alla scarsa definizione delle foto dell'epoca. Questo significa che il pianeta rosso non abbia più nulla da rivelare?

    Tutt'altro. Molti pensano che il suolo Marziano sia solo un deserto sabbioso e omogeneo... Ma non è così. Decine di anomalie, blocchi, forme complesse e altri oggetti non conducibili a forme naturali, fotografati sul suolo marziano nelle spedizioni condotte dalla NASA, sono state documentate nel corso degli ultimi anni... L'articolo che segue proverà a delineare una panoramica esaustiva delle più evidenti tra le anomalie che ancora non hanno trovato una risposta plausibile. L'obiettivo è senz'altro quello di destare la vostra curiosità, e di diffondere quanto scoperto. So che anche voi, alla fine, vi farete le mie stesse domande.

    Tunnel e strutture artificiali su Marte

    tunnel-di-marte

    Durante alcune delle Missioni NASA sul pianeta rosso, sono state scattate numerose immagini sul suolo marziano, in alcune di esse (il cui numero è sicuramente elevato), si notano dettagli di strutture di probabile origine artificiale. Tali immagini, per anni custodite dalla NASA, e solo di recente (si fa per dire) trovate da ricercatori e scienziati, mostrano caratteristiche di Marte ancora sconosciute come è il caso delle immagini raccolte.

    Provate ad osservare attentamente la parte superiore della foto successiva: http://ida.wr.usgs.gov/fullres/divided/e10004/e1000462a.jpg)

    Semisepolte dalla sabbia emergono quelle che sembrano antiche fondamenta, dalla geometria perfettamente quadrata (una forma che non ricorre molto spesso in natura).

    Altre immagini molto eloquenti sono le immagini che ritraggono veri e propri "tunnel" semisepolti costituiti da un materiale semitrasparente, come nell'immagine all'inizio del paragrafo. Secondo alcuni scienziati potrebbe trattarsi di strani fenomeni di formazione rocciosa a noi ancora sconosciuti. Gli appassionati e studiosi del settore danno una spiegazione appartenente all'Esobiologia, che vede queste formazioni essere dei tunnel artificiali che raggiungono la superfice solo in parte. Questo rappresenterebbe la prova che su Marte un tempo ci sia stata vita nel sottosuolo.


    Città Inca su Marte

    marte16_06

    E' questo il nome informale con cui è stato chiamato nel 1972 dagli scienziati del Mariner 9 questo incredibile insieme di linee diritte e intersecanti, localizzate nel polo sud di Marte. La loro origine non è mai stata chiarita: alcuni studiosi affermano che siano dune di sabbia, mentre secondo altri sarebbero il risultato di un'eruzione che ha spaccato la superficie del pianeta lasciando fuoriuscire il magma lungo le fratture.
    Il Mars Global Surveyor (MGS) Mars Orbiter Camera (MOC), ci mostra recentemente una nuova panoramica del sito, nella quale si nota come la "città" sia parte di una struttura circolare più grande dal diametro di 87 chilometri. E' possibile quindi che l'intera opera sia il frutto di un antico impatto meteoritico, ma mentre le nuove immagini del MOC ci svelano particolari sempre più inediti, ancora nulla si sa sull'esatta origine di queste inusuali strutture.


    Una foresta su Marte

    marsbush2

    Opinione ormai condivisa tra gli scienziati è che se si trovasse la vita su Marte, sicuramente non potrebbe essere ad uno stadio evolutivo superiore a quello di un batterio. E' un'opinione che col tempo è diventata un dogma, sostenuta persino davanti a documenti fotografici tuttora senza spiegazione che potrebbero invalidarla.
    E' il caso di una fotografia scattata dal MOC (Mars Orbiter Camera), un satellite per la mappatura fotografica di Marte che, a latitudine -82.02°, longitudine 284.38° (vicino al polo sud marziano) ha ripreso qualcosa di assolutamente incredibile, ma tuttora ignorato: si tratta di una qualche forma di vegetazione su Marte. L'identificativo della fotografia è M08-04688.
    Come è possibile vedere dall'immagine, si osservano forme in tutto e per tutto simili a grandi alberi (con tanto di ramificazioni) ripresi dall'alto.


    Un enorme buco su Marte

    buco-2-mini-rotated

    Tramite le riprese effettuate dalla sonda Odyssey THEMIS con una risoluzione di soli 20 metri, è stato individuato un "buco nero"
    sulla superficie di Marte. Inizialmente il fenomeno è stato attribuito a un mal funzionamento del sensore fotografico del satellite, ma in seguito ad ulteriori riprese effettuate ad altissima risoluzione e a rilevamenti più accurati, è stata confermata la presenza di un "foro" sulla superficie del Pianeta dalla forma quasi circolare.
    E' la prima volta che si osserva una conformazione simile su un pianeta e tale scoperta ha destato scalpore tra gli scienziati impegnati nel progetto di mappatura della superficie marziana. In effetti, come spiegano, la bizzarra formazione anche dopo riprese dettagliate ed effettuate da varie angolazioni non consente di osservare dettagli all'interno della cavità come se la luce non riuscisse a penetrarvi. Si potrebbe trattare dell'ingresso di un'enorme caverna che potrebbe snodarsi per diverse centinaia di metri sotto la superficie del Pianeta. Cosa si cela all'interno della cavità?


    Una sirenetta su Marte

    alieno_marte

    Si tratta di un particolare tratto da un'immagine panoramica scattata dal rover Spirit tra il suo 1366° e il suo 1369° giorno di missione, ovvero tra il 6 e il 9 novembre scorsi. Nel suo
    complesso la fotografia (photojournal.jpl.nasa.gov/jpeg/PIA10214.jpg) mostra il solito
    panorama di deserto rossastro e rocce sotto un cielo leggermente rosato, qualcosa cui ormai siamo abituati e che non fa più notizia. Ma se si esamina la foto nei dettagli, in particolare vicino al margine sinistro un po' più in basso rispetto all'asse mediano della foto, si scorgerà una strana forma che obiettivamente, ha un'aria estranea rispetto al tipo di rocce che la circondano. Ha la silhouette di una statuina di donna, seduta o inginocchiata, con un braccio teso in avanti. La tonalità del colore è sul verde, benché la NASA precisi che l'immagine ha i colori esaltati per cercare di evidenziare maggiormente le diverse caratteristiche morfologiche della geologia del pianeta. Di cosa si tratta?

    L'immagine precedente mostra come l'ombra proiettata sulla "gamba" dell'oggetto sia reale e pertanto esclude la possibilità che l'immagine sia solamente un gioco di luci. Ad una prima sommaria osservazione sembrerebbe si tratti proprio di un umanoide di colore verdastro seduto su una roccia e con un braccio proteso in avanti, ma un'ulteriore analisi sulla parte circostante ha confermato che non si tratta di una figura in movimento.
    A tale riguardo l'Agenzia Spaziale Americana non ha voluto rilasciare commenti, se non quelli strettamente tecnici, secondo cui, in un passato nemmeno troppo remoto, l'acqua avrebbe probabilmente interagito con questo paesaggio alterando la composizione delle rocce e modificandone la forma.


    Una scritta su Marte

    Nel Dicembre 2005 il TG di una nota rete nazionale riportava la notizia di un esperto di scritture antiche interpellato dalla NASA per tentare di decifrare, sul suolo marziano, una scritta con ideogrammi assimilabili a quelli di antiche civiltà terrestri. Come è prassi di alcuni nostri notiziari, il comunicato non ha avuto seguito...
    La zona di Marte ripresa dalle immagini è Juventae Chasma (Chasma significa canyon), poco al di sopra della Vallis Marineris.

    Dopo mesi di ricerche, Patsy Nicolas di Falco, semiologo di origine americana, ha riconosciuto i caratteri della scritta come appartenenti ad una lingua di circa 5000 anni fa adoperata nella valle dell’Indo e di probabile derivazione sumera.
    Il caso è stato esaminato dall'ing. Ennio Piccaluga, che dovrebbe pubblicare prossimamente le sue conclusioni relative, sembra, ad una vera e propria traduzione.
    Ma a quanto sembra (particolare inedito) una scritta simile era stata notata qualche tempo prima da un certo Harold Carver(*) (prendete nota di questo nome...), che scrive: "Mentre stavo esaminando le immagini del rover Opportunity ho notato che il cratere Endurance sembrava avere un profilo troppo artificiale, gli angoli sono troppo precisi per essere uno scherzo della natura e sembrano suggerire uno scopo ben preciso."
    Tra le immagini selezionate da Carver spicca la seguente che ritrae una parete del cratere Endurance, sulla quale si notano chiaramente dei glifi stranamente simili ai simboli T, P, Y, I, A, IV, K

    Scritta%20su%20Marte


    2012 Odissea Marziana?

    Il-monolite-su-Marte-02

    La roccia misura diversi metri d’altezza, è rettangolare e somiglia al leggendario monolite nero di 2001 Odissea nello spazio. Lo strano reperto - ripreso su Marte da una distanza di circa 260 chilometri - è stato scovato da astronomi dilettanti nelle foto ravvicinate del pianeta rosso, scattate qualche anno fa da HiRise, il sensore ottico della Nasa. È la prova dell'esistenza di un'antica civiltà marziana? La risposta dell’agenzia spaziale pare molto più semplice, e liquida il tutto come un'illusione dovuta alla bassa risoluzione della telecamera.


    Un teschio su Marte

    teschio+su+Marte

    Questa è stata chiamata una vera e propria "Smoking Gun", come si indica nel gergo la prova evidente di una teoria a lungo professata.
    La tipica immagine, ripresa dal Rover Spirit nel 2006 durante l'esplorazione del cratere Gusev, è colma di intricati dettagli che tendono a sopraffare l'osservatore. Certo, l'essere umano ha la tendenza a riconoscere nelle forme più disparate i contorni di un viso o di una forma a lui nota, si chiama pareidolia ed è un ipotesi che è stata presa in considerazione, ma osserviamo attentamente l'oggetto in basso a sinistra.

    Si nota la perfetta simmetria del manufatto e l'ombra che proietta davanti a se (elemento che esclude l'effetto ottico). La somiglianza con un teschio umanoide è impressionante. Si vedono chiaramente le orbite oculari, la fronte prominente e il rialzamento del naso.
    Questa immagine non è stata mai esaminata ulteriormente dagli studiosi della NASA (non che si sappia almeno), e se la possiamo ammirare è grazie ad un ricercatore privato, lo stesso Howard Carver che aveva precedentemente segnalato le anomalie sulla scritta del cratere Endurance.
    Ma la sua attività a quanto pare non si limita alla semplice segnalazione di eventuali anomalie marziane...


    Il bambino delle stelle

    Lloyd Pye, un amico e collaboratore di Carver, è da tempo in possesso di un teschio dalle caratteristiche non del tutto umane. La storia inizia quando una donna americana di origine messicana fece visita a dei suoi parenti in un territorio rurale. La ragazza durante
    un'escursione trovò all'interno di una vecchia cava uno scheletro umano. Vide la mano di un secondo scheletro aggrappata al braccio del primo e osservando meglio scoprì l'esistenza di un secondo scheletro più piccolo. La ragazza tenne per sè entrambi gli scheletri fino al momento della sua morte. Cinque anni dopo Pye ottenne i teschi e si rese conto della scoperta.

    Molto più leggero di qualsiasi teschio umano, la datazione al carbonio 14 ha confermato che il reperto ha circa 900 anni, cosa che tra l'altro ne attesta la straordinaria resistenza.
    Molte leggende del sudamerica parlano di esseri venuti dalle stelle per prendere in moglie le donne dei villaggi più remoti. Una volta restate incinta, le donne crescevano il bambino fino all'età di sei anni, quando questi esseri ritornavano per portarlo con loro.
    L'11 Luglio 2003 è stato effettuato un test del DNA sui due teschi che ha determinato che la "madre" ritrovata assieme allo scheletro del bambino aveva in realtà delle caratteristiche genetiche incompatibili con quelle di un genitore.
    Secondo Lloyd Pye potrebbe essere stata una sua tutrice o addirittura un'amante... Infatti dopo aver analizzato la complessità delle suture tra lobo parietale e occipitale egli è convinto che il teschio possa essere appartenuto ad un essere tra i 30 e i 40 anni.
    Egli è fermamente convinto che il reperto appartenga ad un ibrido tra la nostra razza ed una aliena.

    Ecco l'immagine del cosiddetto 'Starchild':

    starchild_skull

    Ora proviamo ad osservare i due reperti esaminati: il "teschio" scoperto da Carver su Marte e il teschio anomalo scoperto in Messico da Pye. Entrambi presentano la stessa morfologia di base, molto più larghi e bassi di un teschio umano; entrambi hanno l'orbita oculare molto ampia e la fronte prominente... Naturalmente questo non basta per effettuare una perizia risolutiva ma le analogie tra i due teschi, anche solo ad un'occhiata superficiale, sono inquietanti.


    Conclusione

    Sono sicuro che molti di voi hanno storto il naso ad una simile affermazione, ma i reperti presentati negli ultimi due casi sono veramente troppo simili ed "alieni" nel senso generale del termine, per essere presto liquidati.
    Che cosa ha scoperto Harold Carver? Qualche tempo fa pubblicò un suo articolo dove denunciava un immenso impatto di un oggetto artificiale contro il Sole, è solo l'ennesimo ricercatore visionario o dice il vero?

    Se ancora state leggendo e siete curiosi, o se avete voglia di prendere in esame un'ipotesi veramente alternativa, continuate a leggere...

    Prendete la citazione con cui l'articolo è stato aperto. La Genesi narra che, quando Yahweh decise di distruggere l'umanità con il Diluvio, sulla Terra abitavano i "figli delle divinità", che avevano prese come spose le "figlie degli uomini". Essi erano i Nephilim, che l'interpretazione tradizionale dall'antico ebraico traduce come "giganti".
    Tuttavia, la parola ebraica Nephilim deriva dalla radice semitica NFL che significa "essere gettato giù". Pertanto la traduzione più corretta per Nephilim non è "giganti", ma "coloro che sono stati gettati giù".
    Rileggendo la cronaca della costruzione della torre di Babele, la traduzione di shem con "nome" rende certamente incomprensibile il passo biblico. Perchè mai gli abitanti di Babele (antica Babilinoia) avrebbero dovuto compiere immani sforzi per costruirsi una torre su cui apporre il proprio "nome"? Ma soprattutto, in che modo l'innalzamento del "nome" poteva contrastare la loro dispersione sulla Terra?
    La dottrina tradizionale giustifica tutto ciò asserendo che il popolo di Babele intendeva costruirsi una buona reputazione. Ma allora come spiegare la collera del Signore, innanzi ad "un atto dopo il quale non vi sarebbe stato più limite al loro imprese"?
    Se invece si intende la parola shem nella sua accezione originaria, e lo si traduce con "veicolo celeste", allora entrambi i passi biblici precedenti acquistano senso.
    Quindi non il "il popolo con un nome", ma "il popolo dei veicoli celesti".

    Se tutto questo fosse vero, ecco che tutti i pezzi del mosaico prenderebbero una forma articolata e inquietante. Una razza sviluppatasi su Marte ed evolutasi fino a scoprire il volo spaziale, che entro pochi anni viene a sapere di un immenso cataclisma che distruggerà il pianeta.
    La scienza ci dice che Marte un tempo era come la Terra, ma che un'ìmprovvisa e gigantesca eruzione solare ne ha disperso l'atmosfera in pochissimo tempo in un momento imprecisato meno di un miliardo di anni fa. Un cataclisma che per miracolo risparmia la Terra, un pianeta giovane e fertile che ha appena finito di raffreddarsi e che forse già ospita le prime forme di vita autoctone.
    La civiltà di Marte è perduta e in un ultimo tentativo di salvarsi parte per il sistema solare disperdendosi e lasciando dietro di sè solo deserti e rovine in preda alle tempeste. Sulla Terra nasce una prima comunità di esseri intelligenti, che deve sopravvivere in un ambiente ostile. Dopo millenni di oblio qualsiasi traccia di civiltà viene perduta. La specie si evolve per suo conto, adattandosi all'ambiente, finchè ad un certo punto della storia, 5000 anni fa, all'apice della civiltà sumera, alcuni membri dell'antica stirpe compiono il primo contatto con i loro antichi fratelli da migliaia di anni. Qualsiasi tentativo di comunicare però è inutile, le due specie sono culturalmente incompatibili ed i visitatori vengono scambiati per divinità.
    Ma il rapporto tra di loro non si interrompe poichè essi posseggono ancora lo stesso patrimonio genetico, e nei secoli gli incontri si fanno sempre più frequenti...

    Lo ammetto, è una storia molto fantasiosa e priva di riscontri oggettivi, a meno di non considerare autentiche tutte le prove esposte in precedenza. Le notizie e le dichiarazioni alle quali si crede, di norma, sono quelle che arrivano dagli enti spaziali oppure da scienziati di fama mondiale, da premi Nobel o da esimi professori universitari...
    Ora, molti sospettano che questi soggetti, troppo spesso, non dicano la verità, o forse la dicano solo in parte. Ma allora che cosa rimane per avere una visione alternativa? Una versione che ci permetta di vedere la Storia con occhi puliti, e privi di interessi egoistici? Che cosa rimane per avvicinarsi in modo plausibile alla verità?
    Rimaniamo noi.

    "Un vero viaggio non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi."
    Marcel Proust



    (*) La figura di Carver è abbastanza emblematica: in rete si trovano molte citazioni a suo nome, tutte effettuate per segnalare l'ennesima anomalia o l'ennesimo evento cosmico stranamente snobbato dalla NASA. Per questo, l'incredibile mole delle sue segnalazioni potrebbe far pensare ad un appassionato troppo "zelante", addirittura in un forum americano, commentando la notizia della scoperta del "teschio" un utente non senza una buona dose di arroganza commentava: "Volete la prova che è tutta una montatura? Semplice, l'ha scoperto Harold Carver...".
    Se non fosse che in tutti i suoi interventi è estremamente dettagliato, fornendo ad esempio coordinate geografiche e temporali dell'anomalia, nonchè le foto originali prese direttamente dagli archivi NASA, e in almeno un'occasione, i riscontri dei media gli hanno dato ragione.



    Bibliografia e fonti:

    http://marsrovers.nasa.gov/gallery/
    www.dailymail.co.uk/pages/live/arti...in_page_id=1770
    www.repubblica.it
    www.ufologia.net
    http://ufoonline.altervista.org
    http://mars.jpl.nasa.gov/mgs/msss/camera/i...city/index.html
    http://mmmgroup.altervista.org/i-trees.html
    www.marsanomalyresearch.com/evidenc...anoid-skull.htm
    www.alienufoart.com/ForensicFaces.htm
    www.ufoinfo.com/filer/2007/ff0736.shtml
    www.angelsofmars.it/OssimoroMarte/scrittamarziana.html
    http://rense.com
    http://centroufologicotaranto.blogspot.com
    http://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA09091
    http://alieniemisteri.altervista.org/Prove...0e%20lottocento

    Nota: Tutte le foto sono copyright dei rispettivi autori e sono state ottenute liberamente da Internet.

    Edited by Requiem™ - 13/9/2012, 14:51
     
    Top
    .
  2. Orionesk5
     
    .

    User deleted


    Grazie mille, Req! Io direi che con questo articolo diamo un grandioso inizio alla nuova sezione :)
     
    Top
    .
  3. Lupo82
     
    .

    User deleted


    Stra interessante Req soprattutto la parte dei teschi e dei canali su Marte!
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    "Just let your fears go"

    Group
    Member
    Posts
    2,694

    Status
    Offline
    Buongiorno :)
    Articolo molto interessante e ricco di informazioni di cui non ero a conoscenza (sapevo solo il fatto della "sirenetta).
    Premetto che, personalmente, sono fermamente convinto dell' esistenza di forme di vita extraterrestri. L' universo è troppo grande, esiste da troppe ere: sinceramente non capisco come si possa pensare di essere "soli" in tutto questo immenso e spaventoso "spazio".
    Reputo vi sia da soffermarsi molto sul tema dei "Nephilim" di cui si parla della Genesi. Questa storia, teoria, testimonianza (chiamatela come più vi piace) è condivisa da più culti, tuttora esistenti o appartenenti all' antichità: mi riferisco agli egiziani (sono infatti state trovate incisioni all' interno di tombe, raffiguranti individui esteticamente differenti dagli uomini, o che narravano di questi giganti, i quali, sempre secondo queste scritture, aiutarono gli uomini con la loro tecnologia), o alle antiche civiltà precolombiane, le quali hanno realizzato delle strutture considerate IMPOSSIBILI da costruire date le conoscenze di quel tempo: colossali blocchi di pietra sono stati tagliati e SPOSTATI, impresa praticamente impossibile anche oggi. Devo informarmi meglio ma credo ci sia qualcosa al riguardo anche nel Corano.
    Per quanto riguarda gli scheletri sono un pò scettico... Può sempre essersi trattato di una qualche malformazione, ma chissà.
    Parlando invece dei tunnel e della città sotterranea, reputo sia plausibile ipotizzare l' esistenza di una città sotterranea, o almeno (presumibilmente), di ciò che ne resta.
     
    Top
    .
  5. Orionesk5
     
    .

    User deleted


    Ciao Alan, volevo chiederti una cosa, un parere più che altro :D
    Sono anche io dell'idea che l'universo è troppo grande per essere soli. Ma hai idea di quanti fattori fisico/chimico/biologici combinati insieme hanno permesso la vita sulla Terra? Studiandoli mi veniva quasi da dire che, da un punto di vista scientifico, è una vera e propria coincidenza unica che sulla Terra si sia sviluppata la vita (e si sia evoluta molto!)

    Tu cosa ne pensi?
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    "Just let your fears go"

    Group
    Member
    Posts
    2,694

    Status
    Offline
    Assolutamente si: io ho sempre pensato che nel valutare le cose (in qualunque ambito) sia utile (anzi, secondo me fondamentale) essere razionali e oggettivi per riuscire acomprenderle al meglio. Anche questo caso non fa eccezione. Stiamo parlando di vita su altri pianeti: mi rendo perfettamente conto che la considerazione (per fare alcuni esempi) dei versi di testi sacri o di foto scattate da delle sonde conta meno, in realtà di nulla: è subordinata allo studio dei dati scientifici e della VERA storia dell' universo o del nostro pianeta.
    Da ciò arrivo anche io a pensare che la nascita della vita sulla terra sia il risultato di una miriade di combinazioni. E' vero, un processo tanto complesso e lento che possiamo quasi chiamarlo coincidenza. La penso come te, ma il fatto che l' universo sia infinito mi permette di pensare che non siamo i soli fortunati (o sfortunati :D ) ad aver raggiunto questo risultato. E proprio per questo mio pensiero guardo alcune delle foto qui sopra e riesco a pensare che, forse, qualcosa di vero potrebbe esserci.

    Edited by AlanParson - 15/9/2012, 13:11
     
    Top
    .
  7. Orionesk5
     
    .

    User deleted


    Sì, giusto.. Arrivo anche io a questa conclusione :)
     
    Top
    .
  8. Requiem™
     
    .

    User deleted


    In realtà la vita come la concepiamo noi, quella sì che potrebbe essere una coincidenza unica nel suo genere. Ma niente ci impedisce di ipotizzare forme di vita basate sul silicio anzichè sul carbonio, in grado di respirare ossido anzichè ossigeno, e via così.
    Come diceva Jan Malcom: la vita alla fine vince sempre
    E per citare un altro grande della s/f: infinite forme, infinite diversità... :)
     
    Top
    .
  9. Lupo82
     
    .

    User deleted


    Anche io credo che esista altra vita oltre alla nostra. E sarebbe veramente assurdo pensare che siamo gli unici nell'universo. In più chi ci vieta di pensare che Marte abbia avuto uno sviluppo differente dal nostro? Magari quando sulla terra c'erano gli ominidi, su Marte potevano esserci popolazioni più evolute. Come dice l'articolo è possibile che a causa di una tempesta solare particolarmente forte tutto questo sia stato spazzato via. Solo ora si sta cercando di fare studi più approfonditi su questo pianeta, quindi chi sa magari si scopriranno i resti di un'antica civiltà!
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Fantasma

    Group
    Member
    Posts
    3

    Status
    Offline
    CONSIDERATE LA VOSTRA SEMENZA
    FATTI NON FOSTE A VIVER COME BRUTI
    MA PER SEGUIR VIRTUTE E CONOSCENZA
    Questa frase di Dante che mi è balzata all’occhio in un dipinto, sintetizza non solo l’essenza, ma anche il fine della vita. Che significato avrebbe il “non vivere come bruti”, se tutto si concludesse con una morte completa, cioè se tutto questo sforzo finisse nel nulla?? E che significato avrebbe il “seguir virtute e conoscenza” se la finalità fosse il niente??? Ecco che di fronte a questa frase si aprono le porte dell’infinito, si apre ciò che l’ateismo vorrebbe negare, e cioè una continuità oltre la morte. C’è da dire che questa continuità si renderebbe necessaria proprio da un punto di vista concettuale, perché l’uomo è l’unico “animale” che muore con delle domande irrisolte. E chiaramente, a qualsiasi domanda irrisolta che si può considerare una causa, deve corrispondere un effetto, e cioè la risposta alla domanda. Questo ragionamento molto semplice, ma difficile da eludere, presuppone che una risposta alla domanda ci sia nel post-mortem, cioè oltre la vita fisica. Altrimenti verrebbe a cadere, con la morte dell’uomo, proprio il principio di causa-effetto che è riconosciuto universale anche dalla fisica. Ma questo è solo un piccolo aspetto di ciò che l’uomo è, dal momento che egli uomo è in grado di vede l’universo e di porsi delle domande sulla finitezza e sull’infinitezza. E come potrebbe vedere l’universo se l’universo non fosse già in lui?? Forse non ve lo sete mai chiesto, ma noi siamo proprio uno specchio dell’universo, uno specchio della bellezza e della bruttezza, uno specchio dell’infinito che stà fuori di noi ma deve necessariamente stare pure dentro di noi altrimenti non potremmo neppure porci la domanda su tale infinito. Quello che Margherita Hack temeva, o perlomeno voleva negare, era il Big-Bang perché secondo lei rispecchiava la Genesi Biblica del mondo. Cioè che la Hack voleva sostenere, e lo ha fatto fino alla fine della sua vita, era l’infinitezza dell’universo ed il suo non essere mai nato. Sperava in tal modo di negare Dio come se questo fosse una risposta alla finitezza e giustificasse un origine. In realtà la Hack, sostenendo l’infinitezza e la non origine esprimeva soltanto la sua infinitezza e la sua non origine. Paradossalmente questo concetto così semplice dell’infinitezza e della non origine è stato poi ripreso da un “personaggio” particolare che ha usato questi concetti proprio per dimostrare l’esistenza di un Dio o Forza che stà alla base del tutto e che noi percorriamo su una distanza infinita, discoprendo il significato dell’esistenza un po alla volta. La musica che ascoltate è in voi, il bello che vedete è in voi, il paesaggio che ammirate è in voi. Si, certamente, anche gli animali vedono e sentono, ma non interiorizzano. La bellezza di un tramonto per loro non esiste. Gli animali non sanno fissare le stelle e porsi la domanda dei significati. Ed è proprio questo aspetto, cioè i significati, che non stanno nel cervello o nelle reazioni biochimiche cerebrali, ma provengono da un oltre, da qualcosa che stà nell’uomo ma è anche fuori dell’uomo. Mi vien da ripetere con Gibran””voi non siete rinchiusi nel corpo, né confinati nella case o nei campi, ciò che siete è uno spirito, che avvolge la terra e muove nell’etere
     
    Top
    .
9 replies since 13/9/2012, 13:11   1238 views
  Share  
.