I Tlingit

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  1. Lupo82
     
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    5. GLI INDIANI TLINGIT: un esempio di sciamanismo siberiano

    Per voi uomini bianchi il Paradiso è in cielo; per noi, il Paradiso è la Terra.
    Quando ci avete rubato la Terra, ci avete rubato il Paradiso.

    Piccola Foglia, 1990


    Gli indiani Tlingit abitano l’Alaska sudorientale, raggruppati in villaggi di qualche centinaio di persone, e sono noti al mondo europeo come il popolo dei totem, delle ciotole lignee finemente lavorate, delle coperte con bottoni e della cerimonia conosciuta col nome inglese di potlatch. La religione tlingit viene comunemente analizzata partendo dalle pratiche precedenti o successive al contatto con i Russi (1794-1867) e gli Euro-americani (dopo la vendita dell’Alaska da parte dei Russi nel 1867), per evidenziare l’impatto che ebbero le confessioni dei Paesi colonizzatori sullo stile di vita degli indiani. In questa sede ci limiteremo all’analisi di alcuni tratti della religione tlingit pre-contatto, per ricostruire i quali sono stati analizzati principalmente i modelli tradizionali ancor oggi utilizzati o ricordati.
    La religione tlingit era uno sciamanismo del tipo “siberiano”. La credenza fondamentale consisteva nella consapevolezza che ogni cosa è dotata di spirito ed il pensiero religioso, legato all’azione rituale, sottolineava l’importanza dell’essere rispettosi verso gli uomini, ma anche verso le forme non umane, comunque dotate di vita spirituale. Era essenziale, pertanto, adottare un comportamento rispettoso, in particolare durante la caccia, la pesca e il trattamento del cibo. Si credeva, infatti, che le prede si concedessero spontaneamente al cacciatore che riuscisse a mantenere un adeguato stato spirituale e mentale. Le regole di comportamento ed i protocolli rituali, la genesi dei quali costituisce un tema classico della letteratura orale, vengono acquisiti a seguito di incidenti relativi a comportamenti irrispettosi accaduti ad antenati, i quali perciò persero la vita o sopravvissero come forme extracorporali. Il mito è rappresentato dal singolo evento storico che stabilisce l’accordo tra uomini e entità soprannaturale; il rituale ne è la continua rappresentazione e ricordo. “Buona sorte”, “fortuna” o “cattiva sorte” erano conseguenza delle azioni dei singoli, il cui comportamento era regolato da una serie di tabù e ricompense. Ogni individuo aveva inoltre uno spirito tutelare, che risiedeva nella sua testa e minacciava di abbandonare le persone immorali o impure. L’ordine morale dell’universo non era mantenuto da una divinità o da un pantheon, ma risultava dalla presenza di una rete di relazioni e di regole per comportarsi rispettosamente verso gli abitanti non umani dell’universo stesso.
    Al centro dell’ordine socio-culturale tlingit vi era lo sciamano, il cui potere risiedeva nella sua capacità di controllare gli spiriti, detti yéik, che fungevano da suoi aiutanti. La nomina a sciamano non veniva ricercata, come accade in altre religioni sciamaniche, ma era la conseguenza della predilezione degli spiriti, i quali sceglievano i loro ricettacoli. Tali spiriti protettori, però, appartenevano ad un unico clan[19] e non all’intera tribù, come di norma tra culti analoghi, evidenziando uno sciamanismo tipicamente individualistico e non strutturato. Ogni clan, infatti, possedeva alcuni spiriti, senza comunque poterne controllare la totalità. In questa situazione i concetti di interazione e reciprocità acquisivano grande importanza, in quanto la buona riuscita di una cerimonia presupponeva la collaborazione di più spiriti, e delle rispettive tribù.
    Il potlatch, la cerimonia di commemorazione tlingit di un antenato, rappresenta un ottimo esempio di tale cooperazione, grazie alla quale ogni parte sociale apporta la parte degli spiriti (o permette l’accesso alla parte degli spiriti) necessari per il termine del lutto. Durante la cerimonia, il clan del defunto, sostenuto dagli altri clan dello stesso ramo, invita i clan della parte opposta come ospiti, offrendo loro cibo e doni, nella convinzione che solo offrendo i beni ai vivi sia possibile condividerli con il defunto. La mediazione in atto durante la celebrazione del potlatch avviene dunque a più livelli: tra i membri vivi di una comunità, tra i vivi e gli spiriti dei defunti, tra gli uomini e gli spiriti incorporei degli sciamani.
    Lo sciamano tlingit era idealmente positivo e si concentrava sulla cura delle malattie, ma gli spiriti sono ambivalenti (come il fuoco o gli esplosivi) e quindi anche gli sciamani erano potenzialmente pericolosi. Per questa ragione le relazioni con gli spiriti erano intrattenute con estrema cautela, da cui anche il protocollo tradizionale per relazionarsi coi clan della parte opposta: gli spiriti dei clan delle parti opposte si equilibravano reciprocamente, proteggendo i supplicanti dal pericolo. Parte del lavoro dello sciamano tlingit era combattere la stregoneria, reputata negativa e malefica. Le streghe (nakws’aatì o nukws’aatì, padrona della medicina o della malattia) erano ritenute capaci di causare malattie o morte stregando le persone. Ça va sans dire che i missionari protestanti confusero i due ruoli nel loro tentativo di conversione e di eradicazione della superstizione nel nuovo mondo.
    L’Alaska, territorio degli Indiani tlingit, è stata sottoposta a varie ondate missionarie: dai cattolici (la prima messa cattolica romana risale al 1779), ai russi ortodossi, ai luterani. E, dopo la vendita dell’Alaska agli Stati Uniti, arrivarono i presbiteriani, gli episcopali, l’esercito della salvezza, e ancora i pentecostali, le chiese battista, metodista e nazarena, i testimoni di Geova, i mormoni etc. La popolarità di questi culti è strettamente legata allo spostamento della società tlingit da un’identità culturale fondata sul sistema clanico verso una cultura americana di tipo individualistico. Ma tali influenze culturali svilupparono soprattutto forme di sincretismo (una miscela di tradizioni religiose pre- e post-contatto), il cui miglior esempio è l’Alaska Native Brotherhood (Fratellanza Nativa dell’Alaska, ANB), fondata nel 1912 con l’obiettivo di sostenere i diritti civili tlingit, haida e tsimshian, attraverso l’adozione dell’inglese e dei costumi euro-americani.
    I fenomeni religiosi più recenti, infine, riguardano la creazione di nuovi oggetti e rituali e la ricontestualizzazione spirituale e politica degli oggetti restituiti in seguito al NAGPRA (Native American Graves Protection and Repatriation Act, 1990), una legge grazie alla quale molti oggetti custoditi nei musei per tre generazioni sono stati restituiti alle comunità tlingit. Tali oggetti oggi non vengono immediatamente compresi e contestualizzati, in quanto è radicalmente mutato il contesto sociale e culturale nel quale furono creati, ed acquistano un valore immediato in termini di potere politico e spirituale.
    La spiegazione tlingit del motivo della presenza della morte nel mondo (che riporto di seguito per esteso) è illuminante per intuire il profondo legame di questo popolo con l’aspetto soprannaturale dell’esistenza, ma ancora di più l’importanza della conoscenza e del rispetto delle leggi che regolano le relazioni tra gli esseri.
    “Al principio non c'era la luce del giorno e il mondo giaceva nelle tenebre. Nas-caki-yel, Corvo-alla-fonte-del-Nass, viveva allora presso la sorgente del fiume in una casa dove c'era ogni genere di cose, compreso il sole, la luna, le stelle e la luce del giorno. Con lui c'erano due vecchi chiamati Vecchio-presagio-di-tutti-i-mali-del-mondo e Colui-che-sa-tutto-quel-che-succede, mentre sottoterra viveva anche Vecchia-di-sottoterra, collocata sotto il mondo da Nas-caki-yel.
    Nas-caki-yel non aveva moglie e viveva solo con i due vecchi, eppure aveva una figlia, non si sa come. Né si sa che cosa fosse questa figlia. I due vecchi avevano cura di lei e in particolare controllavano sempre l'acqua che ella doveva bere, per accertarsi che fosse perfettamente pulita.
    Primo fra tutte le creature Nas-caki-yel creò Airone, in forma di uomo molto alto e molto sapiente, e dopo di lui Corvo, che era pure, a quel tempo, un'ottima persona assai sapiente.
    Nas-caki-yel cercò di creare gli esseri umani da una roccia e da una foglia al tempo stesso, ma la roccia era lenta, mentre la foglia era rapidissima. Perciò gli esseri umani vennero dalla foglia. Egli mostrò una foglia agli esseri umani e disse: «Vedete questa foglia. Dovete essere come lei. Quando cade dal ramo e marcisce, non resta più nulla». Ecco perché c'è la morte nel mondo. Se gli uomini fossero venuti dalla roccia non ci sarebbe la morte.”[20]

    Fonte: http://www.bibliomanie.it/religione_culto_...la.htm#_ednref1
     
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